Itinerari Archeologici consigliati
Provincia
di Agrigento
AGRIGENTO
Fu fondata dai greci nel IV sec. a.C., la città conobbe la democrazia in tempi a noi lontanissimi, grandi splendori e diede i natali a uomini illustri fra cui Empedocle, filosofo, poeta, "mago"... Poi conobbe la conquista dei Cartaginesi e dopo quella romana dal 210 a.C. Sotto la dominazione araba la città fu strutturata in fortezza chiamandola Gergent (da cui la denominazione Girgenti conservata fino al 1928). Sotto Federico II ebbe un altro periodo di rifioritura, che la costituì in libero comune. Oggi, di quella città restano una grande quantità di testimonianze ed un tempio, quello detto della Concordia quasi intatto.. La Valle occupa un altipiano roccioso a ridosso della città, e i suoi templi sono allineati uno dopo l'altro per un percorso di circa 2 Km. Essi sono databili prevalentemente al sec. V a.C. Così ecco il tempio di Giunone, della Concordia, di Ercole, e quello mastodontico di Giove di cui restano i grandiosi avanzi. Nella valle è possibile ammirare pure una bella necropoli paleocristiana e un quartiere ellenistico-romano pieno di abitazioni e di mosaici. Fanno da sfondo i mandorli che in febbraio quando sono in fiore rendono tutto molto più suggestivo.
BURGIO
Già nel 1400 a Burgio si sfruttavano le
cave di creta e l'uso della terracotta era per lo più orientato verso i
laterizi ed il materiale da costruzione. Si costruivano tegole, mattoni
stagnati,vasi.
Recenti
rinvenimenti di manufatti artistici in terracotta nel territorio di Burgio ha
spinto gli studiosi ad ipotizzare una significativa produzione già nel 1500.
E', in particolare, Antonello Governale a sostenere che i frammenti fittili
ritrovati siano testimonianza di una importante produzione di materiale smaltato
di una certa qualità nel periodo precedente al XVI secolo. I reperti, molti dei
quali provengono da collezioni private inedite, testimoniano la scelta iniziale
di colori fondamentali (blu cobalto, giallo ferraccia, verde ramina, bianco
stannifero) per ornare i manufatti disegnando ornati vegetali e, talora,
ritratti maschili o femminili di profilo. Questi, e in particolari i manufatti fittili (cioè di
terracotta), venivano esportati nei centri vicini.
E' possibile ipotizzare che la produzione
della maiolica a Burgio fosse presente già prima del XVI secolo e che il
trasferimento successivo dei figuli di Caltagirone a Burgio diede semplicemente
slancio all'attività antica. Le influenze, quindi, furono reciproche e numerosi
divennero gli scambi anche con operatori di Sciacca, Palermo e zone del
genovese.
I manufatti più richiesti erano le
quartare, colorite dello stagno di Burgio, uniche in tutta la Sicilia.
CALTABELLOTTA
Abbarbicata come un nido di rondini sui
pendii di una montagna, di fronte ad un incantevole paesaggio, circondata da
strapiombi eprofonde gole, Caltabellotta offre un ambiente di soggiorno di alta
montagna fra i più ameni della Sicilia.
Sito antichissimo, Caltabellotta conserva un originale aspetto urbanistico
caratterizzato da minute e raffinate case affastellate l'una accanto e
sull'altra ed impreziosite da eleganti portalini e vetusti balconi; da un
aggrovigliato ordito di stradine dai lisci basolati; da scoscesi vicoli a
gradinate che collegano gli isolati; da archi che avvolgono sottopassaggi dove
gli odori
del presente si confondono con gli antichi colori della storia.
Città presepe tutto l'anno, a Natale
Caltabellotta è ancora più affascinante. Partendo dallo spazio architettonico
e dai valori della tradizione, montagna e cielo si incontrano con le opere
dell'uomo impregnando il paesaggio di un'atmosfera quasi surreale, conducendoci
nella notte, sotto le stelle, a riscoprire lungo l'itinerario di una natura
ricostruita e dal nulla costruita, la memoria di un tempo e di uno spazio che si
dilatano e manifestano nei giochi simbolici di oggetti e gesti radicati da
sempre e per sempre nella storia profonda di ognuno di noi
ERACLEA
MINOA
La fondazione della città che si trova a Capobianco fra
Agrigento e Sciacca, va attribuita secondo la leggenda a Minosse e ai suoi
compagni, Probabilmente fu fondata da esuli di Selinunte, almeno secondo lo
storico greco Erodoto.
La città diventò presto confine fra Agrigento e i cartaginesi, ambiziosi
contendenti della supremazia territoriale e marittima di quei luoghi e nel 313
a.C. cadde sotto il potere punico. La città passò di mano più volte ma resto
comunque sotto Cartagine di cui divenne un'importante base militare. Sotto la
conquista romana la città andò declinando sempre più fino ad essere
dimenticata.
Il suggestivo sito archeologico, posto a monte di Capobianco da cui si può
ammirare il litorale sottostante, conserva un'interessante teatro con la cavea
rivolta verso il mare dove un tentativo discutibile di conservazione mediante
plexiglass ha accelerato il degrado del tempo. Di fronte al teatro si estende
l'Agorà con gli edifici pubblici ed abitazioni, in alcune delle quali è ancora
possibile ammirare il colore degli intonaci originali.
S. ANGELO MUXARO
SCIACCA
Tutta bianca ed adagiata sul fianco del
monte Kronio, a picco sul mare. Sciacca ha un aspetto arabeggiante. E
un'importante stazione termale ed il porto, utilizzato soprattutto da
pescherecci, è caratterizzato da case colorate. A Sciacca è notevole la
produzione di maioliche che si possono ammirare ed acquistare nelle numerose
botteghe artigiane.
Il nome
Sciacca deriva dall'arabo As-saqah che significa " fessura
" e che si riferisce alle caverne presenti nel vicino Monte Kronion. In
esse vi sono delle esalazioni di aria calda oggi utilizzate per scopi termali.
La cittadina già esistente nel periodo romano fu da essi definita "
Thermae Selinuntinae " che significa Terme di Selinunte per la
vicinanza con l'omonimo centro
Belli da visitare sono il Duomo di Maria Maddalena
ricco di opere rinascimentali, la Chiesa di S. Margherita con uno splendido
portale gotico, la Chiesa di S. Maria del GigliO (1565), la Chiesa di S. Maria
dell'Itria annessa alla Badia Grande entrambe (1776). Fra le strutture urbane
citiamo il Castello dei Luna del XIV secolo e il famoso Steripinto
singolare palazzo di stile gotico del1500.
Importante è anche il
Carnevale di Sciacca, manifestazione che raccoglie ogni anno migliaia di
visitatori da tutta l'isola e anche dal resto d'Italia. Numerosissimi carri
allegorici di imponenti dimensioni sfilano per giorni atraverso la città,
accompagnati dalla musica di bande cittadine e majorettes. Dai carri vengono
lanciati sulla folla dolci e caramelle, in una atmosfera gioiosa e coinvolgente
Provincia di Trapani
Trapani : porto
CAVE
DI CUSA
Cave di Cusa
In questo
cantiere a cielo aperto, immerso fra gli ulivi, a pochi chilometri da Campobello
di Mazara si estraeva la roccia calcarea che veniva modellata per la
realizzazione delle colonne necessarie alla costruzione dei templi di Selinunte.
I grandi blocchi di colossali colonne, abbandonate durante la lavorazione fanno
pensare ad un improvviso abbandono del lavoro per un fulmineo allarme. È
consigliabile una visita sia per l'estremo interesse del sito, sia per la
suggestione dei luoghi.
GROTTA DEL GENOVESE - LEVANZO -
Grotta
preistorica di immenso valore scientifico e culturale scoperta casualmente nel
1949 da una pittrice toscana. Si tratta di una grande caverna preceduta da un'antegrotta,
dopo la quale, per accedervi, bisogna attraversare un corridoio naturale basso e
umido. All'interno della grotta lungo le pareti si ammirano i rari e preziosi
dipinti e graffiti preistorici raffiguranti scene di caccia e di pesca, figure
umane e di animali, cervi, bovidi, equidi e tonni. Le pitture e i graffiti
risalgono a periodi e a civiltà diverse e testimoniano la presenza dell'uomo
sull'isola risalente a più di diecimila anni fa.
MARSALA
L'antica Lilibeo fu fondata da coloni fenici o punici nel 397 a.C. dopo la distruzione di Mozia da parte del tiranno siracusano Dionisio. Nel241 a.C. dopo la battaglia navale delle Egadi vinta dai Romani, passò sotto il loro dominio. Anche per Roma la città costituì un baluardo difensivo e una potente base navale, tanto che da qui prese il largo Scipione l'Africano verso la vittoria su Cartagine nel 204 a.C.. Godette di prosperità tanto da essere definita "civitas splendidissima" fino alla devastazione da parte dei Vandali di Genserico. Di notevole importanza le necropoli con le tombe puniche scavate nella roccia, la cinta muraria, e, nell'area di Capo Boeo, un piccolo impianto termale con mosaici policromi. Fra i tesori da segnalare, il museo della "Nave Punica", scoperta nei fondali antistanti la costa, unico esempio esistente al mondo di nave punica quasi integralmente ricostruita.
MOZIA
La
piccola isola si trova nel bacino lagunare detto "lo Stagnone", al
largo delle coste marsalesi. Fondata dai Fenici, nel VII sec. a.C., fu "un
frammento d'oriente gettato nelle acque di Sicilia". Divenuta centro di
fruttuosi scambi con le coste africane e orientali, fu sottoposta a diverse
guerre fino al IV sec. allorché fu conquistata e distrutta dal tiranno
siracusano Dionisio. Ma il fascino dell'isola è rimasto immutato fino ai nostri
giorni. Passeggiare per i sentieri che la percorrono significa un viaggio a
ritroso nel tempo, immersi nel silenzio delle sue "acque basse". Da
vedere il "Cothon", cioè il bacino dove attraccavano le navi
mercantili, i ruderi del santuario, la cinta muraria, la casa dei mosaici e
delle anfore. Emozionante il "Tophet", dove venivano sacrificati agli
dei i bambini. Meraviglia assoluta da non perdere il cosiddetto "Giovanetto
con la tunica", statua di marmo conservata nel piccolo museo Withaker
considerata da alcuni critici più bella degli stessi "Bronzi di Riace".
SEGESTA
Fondata dagli Elimi, la cui origine è tuttora ignota, a poca distanza dall'attuale paese di Calatafimi, ebbe una storia condizionata dalla politica che era subordinata alla lotta contro Selinunte. Così fu coinvolta in frequenti mutamenti di alleanze. Prima con Atene, dopo con Cartagine che causò un intervento violento del tiranno di Siracusa Dionisio nel 397 a.C.. durante la prima guerra punica si alleò con Roma appellandosi alla comune origine troiana in base alla leggenda di Enea. Città latina al tempo di Augusto conobbe la sua fine ad opera dei Vandali. L'area archeologica comprende uno dei simboli dell'architettura classica più noti nel mondo: il tempio dorico del V sec. A.C., dotato di un peristilio di 6 colonne per 14 con l'eccezionale caratteristica delle colonne lisce; questo monumento con i suoi colori e le sue forme eleganti, si inserisce perfettamente nel contesto ambientale circostante con un effetto scenografico molto suggestivo. Un altro importante monumento è il teatro databile al III sec. a.C. costruito entro lo spazio cittadino con venti gradinate suddivise in sette cunei. Il teatro è rivolto verso la costa e la sua ambientazione panoramica è di grande efficacia.
SELINUNTE
Situata
in provincia di Trapani, a pochi Km. da Castelvetrano, con i suoi 270 ettari, è
uno dei parchi archeologici più estesi del mondo. Fondata nel VII sec. a.C.
Sub-colonia di Megara Hyblea, fu creata allo scopo di sottolineare i legami tra
le colonie greche in Sicilia e le città madri per assicurare nuovi spazi per il
commercio dei prodotti artigianali, soprattutto della ceramica. Avamposto della
cultura greca, Selinunte maturò una cultura di confine, ostacolando la
dilagante supremazia punica nella zona. Nel 392 a.C. fu conquistata dai
Cartaginesi, che nei secoli successivi ripeterono la distruzione al fine di
evitare la conquista romana della città. Sotto Roma la sua storia divenne
anonima. Famosissimi i suoi templi: il tempio G (V sec.), probabilmente il più
grande dell'antichità che subì la distruzione dei Cartaginesi quando ancora
non era finito; il tempio E in perfetto stile Dorico e gli altri templi
attraverso cui si può seguire l'evoluzione di questo stile architettonico.
Importante da visitare l'acropoli, che domina dall'alto la vallata, ricca di
resti di edifici pubblici con l'Agorà e le botteghe artigiane.
Provincia di Agrigento
ERACLEA MINOA - FIUME PLATANI
Sulla
vetta del Capo Bianco, tra le candide rocce che risplendono di minuscoli
cristalli di gesso, si trovano le rovine greche di Eraclea Minoa, antica colonia
selinuntina del VI sec. a.C.. Eraclea è facilmente raggiungibile dalla S.S. 115
svoltando a destra, 12 km dopo Ribera in direzione di Agrigento. Proprio sotto
l'ingresso della zona archeologica, abitata da chiassosi stormi di taccole e
storni neri, si trova una stradella chiusa alle auto che, dopo circa un
chilometro, porta ad un sentiero che scende lungo il versante occidentale del
Capo Bianco sino alla immensa spiaggia dove sfocia il fiume Platani. La Riserva
Naturale Orientata "Foce del fiume Platani" è uno dei pochi ambienti
fluviali siciliani che mantiene il suo aspetto originario. L'area è attualmente
gestita dalla Azienda Foreste Demaniali che ha creato, attorno alle anse del
fiume, una zona a fitto rimboschimento con pini, acacie ed eucalipti (il
complesso di Borgo Bonsignore), attualmente in via di riconversione verso
l'originaria macchia mediterranea.
TORRE SALSA
Foto di Antonio Vanadia
A circa 15 km da Agrigento,
subito dopo il Capo Siculiana, all'estremità orientale dell'interminabile
spiaggia che affianca ad est il promontorio gessoso di Capo Bianco, sorge la
riserva naturale di Torre Salsa. Questo tratto di costa ormai salvo dalle
minacce di speculazione edilizia grazie agli sforzi delle associazioni
ambientaliste, costituisce una zona naturalisticamente unica. L'alternarsi di
diversi habitat, costa sabbiosa, dune, zona lacustre e macchia mediterranea,
consente l'abbondante presenza di diversi animali: volpi, ricci, donnole,
conigli selvatici, falchi e poiane nella zona più interna; uccelli acquatici e
di ripa nella fascia costiera. Gli oltre 6 km di spiaggia che da Capo Bianco si
estendono sino a Siculiana Marina forse sono ancora uno dei pochi luoghi di
riproduzione della sempre più rara tartaruga marina (Caretta Caretta). Il
litorale, nella sua parte centrale, è interrotto dalla foce del piccolo fiume
Salso (da cui il nome della riserva), che dopo circa 3 km di dune coperte da una
vegetazione xerofila e da una fitta macchia, dà origine ad un piccolo
acquitrino, fonte di nutrimento per molti uccelli limicoli.
Lo splendido mare cristallino, dai fondali dolcemente degradanti e dalle acque
fredde e ricche di pesce del canale di Sicilia, fa di questo luogo uno dei pochi
lembi di natura incontaminata della Sicilia
SCALA DEI TURCHI
Nei pressi di Realmonte, località balneare alle porte di Agrigento, si trova la bellissima "Scala dei Turchi", una singolarità naturalistica dovuta alla azione erosiva del mare che ha dolcemente scavato una alta scarpata rocciosa che si erge da una spiaggia dai fondali bassissimi, uno spettacolare susseguirsi di "gradini naturali" di candida roccia gessosa magistralmente modellata dalla natura.
MONTE
SAN CALOGERO
L'imponente mole del monte
San Calogero (anticamente detto Kronion) che si leva isolato di fronte al canale
di Sicilia, domina Sciacca. Alto 386 metri s.l.m., deve la sua fama alla
presenza delle "stufe vaporose", suggestive grotte naturali con
particolari manifestazioni geotermiche sfruttate sin dall'antichità per il
potere benefico dei loro vapori termali. Ai piedi del monte, è interessante
visitare il curiosissimo Giardino o "Castello incantato" di Filippo
Bentivegna.
MACCALUBE
DI ARAGONA
Le Maccalube di Aragona, sono
state di recente dichiarate riserva naturale per la presenza di un particolare
fenomeno geologico. Disseminati ovunque nel terreno, si notano un'infinità di
piccoli conetti di argilla (le Maccalube) dai quali fuoriesce una miscela
fangosa di gas metano ed acqua salmastra. Manifestazione esterna di alcune
sorgenti idro argillose, questi vulcanelli, il cui nome deriva dall'arabo "maqlùb",
cioè sconvolgimento della terra, compaiono e scompaiono di continuo dal suolo
variando in numero e dimensioni e attribuendo al paesaggio un aspetto quasi
lunare.
Provincia
Trapani
MONTE COFANO
RISERVA
DELLO ZINGARO
Il
tratto costiero dello Zingaro è una delle perle più preziose dell'intera
isola. E' costituita da un insieme di ambienti che alla spettacolarità
paesaggistica aggiungono un rilevante interesse biologico, presentando alcune
nicchie ecologiche uniche in Sicilia. Prima riserva naturale costituita in
Sicilia, nei 7 Km. di costa offre non solo un ambiente di rilevante interesse
vegetazionale, per la presenza di piante rare ed endemiche, ma anche faunistico,
visto che la presenza di nicchie ecologiche molto varie consente una notevole
diversità. Da segnalare la grandiosa Grotta dell'Uzzo, cavità di 50 m.
di apertura e di profondità e 45 m.. di altezza, in cui ha avuto sede uno dei
primi insediamenti preistorici siciliani La riserva è visitabile a piedi, non
esistendo al suo interno strade carrabili.
BOSCO
DI ALCAMO
La riserva è situata nelle
vicinanze della città di Alcamo, sul monte Bonifato, coperto da una vasta zona
boscata in cui si incontrano lembi di un'antichissima sughereta autoctona andata
progressivamente perduta, che va dai 340 a 825 m. s.l.m. Nella parte più alta
del monte si trovano i resti del castello trecentesco dei Ventimiglia, e la
chiesetta della Madonna dell'Alto, costruita nel '600. Il Bosco d'Alcamo,
visitabile a piedi, è caratterizzato da specie arbustive di macchia
mediterranea: Pino domestico, Palma nana, Sommacco siciliano, Lentisco, Conici,
Carrubbo, Albero di Guida, Noce. Vanno a costituire il sottobosco, tra le altre
specie, il Prugnolo, il Rovo, il Cisto, la Salsapariglia. Dal punto di vista
faunistico, l'area, grazie alla protezione di cui gode, presenta una ricca fauna
stanziale, come alcune specie di falconiformi.
GROTTA
DI SANTA NINFA
La riserva Naturale Integrale
"Grotta di Santa Ninfa", è stata istituita nel 1996 per la protezione
e la valorizzazione di un suggestivo ambiente carsico, di elevato interesse
speleologico, geomorfologico e naturalistico. L'area della riserva, ricadente
nei territori comunali di Santa Ninfa e di Gibellina, in provincia di Trapani,
si trova su un altopiano di natura gessosa, caratterizzato dalla presenza di
numerose cavità sotterranee. La riserva naturale comprende la grotta di
maggiore estensione ed interesse e parte del suo bacino di alimentazione, esteso
per circa 150 ettari e denominato Biviere. La grotta è caratterizzata da
splendide concrezioni, come cortine, stalattiti, infiorescenze parietali,
pisoliti (perle di grotta). L'elevato valore naturalistico della grotta di Santa
Ninfa è legato inoltre alla presenza di una interessante fauna cavernicola,
adattata a vivere in assenza di luce e in ambienti con elevato tasso di umidità.
L'area del Biviere è caratterizzata dalle fioriture dell'euforbia arborea, del
timo e delle orchidee selvatiche; nei valloni è presente una rigogliosa
vegetazione ripariale, di grande interesse per l'elevata diversità della flora.
Sono state ritrovate inoltre diverse specie endemiche, caratteristiche dei
substrati gessosi. La fauna comprende il riccio, l'endemico toporagno di
Sicilia, il coniglio, l'istrice, la donnola, la volpe. Fra gli uccelli sono ben
rappresentati la poiana e il piccolo gheppio, caratteristico per la posizione a
"spirito santo" assunta durante la caccia, l'usignolo, la ghiandaia.
E' di grande interesse fra gli anfibi la presenza del discoglosso, simile ad una
rana e vivente solo nel Mediterraneo occidentale. Nell'area di riserva è
inoltre presente una necropoli di origine protostorica, costituita da una
trentina di nicchie scavate nei gessi di Monte Finestrelle, testimonianza della
fiorente civiltà degli Elimi che dominava l'intero comprensorio. Nelle
vicinanze dell'area protetta si trova il Castello di Rampinzeri, antico feudo
risalente al 1600, in cui è possibile ammirare l'antico frantoio e i resti di
una cappella in stile neogotico.
FOCE
DEL FIUME BELICE
Costituisce un ampio
anfiteatro naturale ricco di flora endemica. Le dune, continuamente modificate
dai capricci dei venti, nonostante le difficili condizioni ambientali
subtropicali, sono colonizzate da una vegetazione varia come le erbe
striscianti, capaci di riemergere dalla sabbia; il superbo, raro e profumato
giglio marino, il papavero cornuto; le esili tamerici e le spettacolari acacie.
Intorno alla foce e lungo le sponde del fiume attecchisce una tipica vegetazione
palustre a canne, carici e tifacee e vi sostino diverse specie di animali come
aironi cinerini, martin pescatori, ramarri e qui vengono a deporre le loro uova
le tartarughe marine.
Il tratto di litorale tra Marsala e Mazara del Vallo è connotato da due tipici
ambienti naturali, che contrastano fortemente con le zone limitrofe, nelle quali
la presenza dell'uomo è avvertibile per le estese coltivazione a vigneti. Le
sciare del mazarese sono aride distese simili al "serir", il
deserto sassoso del Nordafrica, popolate da due rettili endemici della Sicilia,
il gongolo e la lucertola wagleriana e da uccelli tipici. Tuttavia è un
paesaggio pieno di fascino con le sue coste aspre, scolpite e levigate, colpite
dai marosi del Mar d'Africa dalle mille tonalità di blu e verde. Le paludi
di Capo Feto sono tra le poche rimaste in Sicilia, importanti soprattutto
dal punto di vista faunistico, visto i grandi stormi di uccelli migratori che in
esse trovano ristoro durante i loro estenuanti viaggi.
LAGO
PREOLA E GORGHI TONDI
Sono dei piccoli laghetti
incastonati in un'ampia vallata verdeggiante dando vita ad un'improbabile oasi
fresca in un paesaggio generalmente aspro e arido. La loro importanza
naturalistica riguarda sia l'aspetto vegetale, per la presenza di una fitta e
ricca vegetazione a macchia mediterranea, sia l'aspetto faunistico, in quanto l'ornitofauna,
stanziale e migratoria, richiamata da quest'oasi in un paesaggio pressoché
desertico, è notevole, con aironi, nibbi reali e bruni, falchi di palude. Tra
gli altri animali possiamo incontrare il ramarro e la testuggine palustre.
Piccolo arcipelago formato dalle isole Favignana, Levanzo e
Marittimo, di fronte al porto di Trapani, immerse in un ambiente incontaminato.
Favignana:
La maggiore delle isole, venne chiamata dai Greci Aegusa ma in epoca medioevale
prese il nome dal vento Favonio. Nel 241 a.C., nelle sue acque, si combatté la
terribile Battaglia delle Egadi a.C., fra Romani e Cartaginesi. Il tufo, la
pesca e l'agricoltura sono state le più importanti risorse economiche
dell'isola. Il tufo favignanese, esportato in tutta la Sicilia e nel
Nord-Africa, ed utilizzato per le costruzioni ha contribuito a rendere il
paesaggio estremamente singolare ed originale. Anche la pesca, soprattutto del
tonno ha segnato la vita dell'isola; ancora oggi, a Maggio, i tonnaroti guidati
dal Rais escono in mare per l'antico rito della "mattanza". La Tonnara
Florio, splendido esempio di archeologia industriale, che domina il porto di
Favignana, testimonia l'importanza, per l'isola, della pesca e dalla successiva
lavorazione del tonno. Da visitare sono le grotte con graffiti preistorici e
incisioni del periodo punico, i resti di antiche tombe puniche e romane in zona
di San Nicola; il Forte di Santa Caterina, edificato da Ruggero II il Normanno
nel XII sec., sulla sommità del Monte Santa Caterina. Molto bello è il Palazzo
Florio, il simbolo dell'isola, costruito nel 1876. Da non perdere sono poi le
splendide calette, le spiagge, i piccoli isolotti del Prevedo.
Levanzo:
Di fronte alla costa settentrionale di Favignana, sorge Levanzo, la più piccola
delle isole. Levanzo è un'isola speciale, qui la vita scorre con ritmi
profondamente diversi da quelli della terraferma; bisogna amare la natura, le
persone, essere disposte a condividere le cose quotidiane. Il mare cristallino
con i fondali ricchissimi di flora e di fauna, conserva ancora numerosi reperti
archeologici risalenti alle battaglie puniche ed al periodo romano. Da visitare,
oltre le calette ed i faraglioni, la famosa Grotta del Genovese, grotta
preistorica di immenso valore scientifico e culturale nella quale si possono
ammirare rari e preziosi dipinti e graffiti preistorici raffiguranti scene di
caccia e di pesca, figure umane e di animali, risalenti a periodi e civiltà
diverse che testimoniano la presenza dell'uomo sull'isola a più di 10000 anni
fa.
Marettimo: la più lontana e la più selvaggia delle Egadi, venne
chiamata dai Greci Hiera, isola sacra. Anche Marettimo, come le altre isole, è
ricca di stupende spiagge, cale, grotte. Da visitare il Castello, costruito
dagli spagnoli nel XVII secolo e le Case Romane, dove si trovano i resti di una
costruzione romana ed un piccolo tempio risalenti, probabilmente, ai primi
secoli dell'era cristiana.
SALINE DI TRAPANI
Le
saline sotto Erice appaiono come un'immensa scacchiera cui il tramonto
conferisce prodigiose colorazioni: dal porpora al rubino, dal vermiglio al blu
intenso. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di mulini a vento,
affascinanti resti di un passato archeologico industriale. Anche qui la natura
si manifesta in tutto il suo splendore specialmente in primavera quando gli
argini delle saline si rivestono di un'inaspettata fioritura di margherite,
violaciocche, silene, viperine oltre ad altre specie vegetali tipiche degli
ambienti alofili.
Le saline sono anche molto importanti dal punto di vista faunistico, essendo
luogo di sosta e di nidificazione di numerose specie di uccelli anche molto rari
come la damigella di Numidia, una gru africana, e il pulcinella di mare, dal
piumaggio variopinto.